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Lo Stub, o residui da arma da fuoco

Stub o residui di colpi d’arma da sparo – GSR

All’interno delle cartucce attualmente in uso, sono presenti due tipi diversi di polveri da sparo, rispettivamente definite carica d’innesco e carica di lancio. La percussione della capsula di innesco ne provoca la detonazione, che, a sua volta, innesca la deflagrazione della carica di lancio. Questa reazione chimica comporta, per un brevissimo lasso di tempo (poco più di un millisecondo), il raggiungimento di valori elevati di temperatura e pressione (fino a picchi di 3600°C e 2700 atm) all’interno della camera di cartuccia. Come conseguenza, gli elementi che costituiscono le miscele esplosive transitano da uno stato iniziale solido ad uno stato gassoso mediante un processo di sublimazione, dando origine, una volta condensati e solidificati, a particolari agglomerati aventi forma variabile e diametro dell’ordine di alcuni micron (1-40). I G.S.R. (residui d’arma da sparo – GunShot Residues) hanno origine da questi processi chimico fisici, e la loro composizione elementale è connessa univocamente agli elementi contenuti nell’innesco e nel proiettile.

Nello specifico, le miscele di cui sono composte le cariche d’innesco delle cartucce, per le armi in commercio, sono generalmente costituite da sali metallici quali Nitrato di Bario, Solfuro d’Antimonio, Stifnato di Piombo, Siliciuro di Calcio, Clorato di Potassio ecc…, mentre la carica di lancio è costituita da composti organici, quali nitrocellulosa e nitroglicerina. Da un punto di vista morfologico, i GSR possono presentare diverse conformazioni: generalmente si presentano come particelle sferoidali regolari, nodulari oppure irregolari, ma possono essere cave, atipiche e a “peeled orange” (arancia sbucciata). La ricerca di questi residui trova fondamento nel fatto che, al momento dell’esplosione di un colpo di arma da sparo, l’operatore e l’ambiente circostante sono investiti dalla nube di gas sprigionatasi dalla combustione delle polveri da sparo contenute nella cartuccia.

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Studi, ricerche e sperimentazioni, effettuati presso laboratori istituzionali di Scienze Forensi ed Università, hanno dimostrato che le particelle prodotte in seguito all’esplosione di colpi d’arma da sparo possono avere varia composizione elementale ed essere sostanzialmente suddivise in:

UNIVOCHE (derivanti, in modo esclusivo, dall’esplosione di colpi d’arma da sparo) così costituite :

  • PIOMBO – BARIO – ANTIMONIO

INDICATIVE (sono tipiche dei residui da sparo, ma, al tempo stesso, possono derivare da svariati ambienti lavorativi) così costituite:

  • BARIO – ANTIMONIO;
  • BARIO – CALCIO – SILICIO con tracce di ZOLFO;
  • BARIO – CALCIO – SILICIO con tracce di PIOMBO, se il rame e lo zinco sono assenti;
  • PIOMBO – ANTIMONIO;
  • PIOMBO – BARIO;
  • PIOMBO, se ferro e fosforo sono assenti;
  • BARIO, se lo zolfo è assente o presente solo in tracce;
  • ANTIMONIO, specialmente se di forma sferoidale.

Alcune delle suddette composizioni (univoche ed indicative) possono contenere, salvo che specificatamente esclusi sopra, anche uno o più dei seguenti elementi : Silicio, Calcio, Alluminio, Rame, Zinco, Ferro, Zolfo, Fosforo (raro), Nichel (raro), Potassio, Cloro, Stagno (solo nelle munizioni antiche)