La testimonianza attraverso i disegni
Ci sono casi dove l’arte entra nelle vicende processuali.
L’espressione artistica va intesa come un oggetto prodotto dall’uomo, come un testo composto da segni a cui vengono attribuiti dei significati. Nel raccontare le vicende legate al cosiddetto processo ai “compagni di merende” i disegni di Pietro Pacciani assumono proprio il valore di testimonianza, di documento storico e culturale. Indipendentemente dalla loro qualità, sono strumenti validissimi per avere un quadro completo dei dati materiali o immateriali di un epoca che fu.
Pietro Pacciani
Non c’è da meravigliarsi nel avvertire un certo disagio quando si analizza la comunicazione per segni di un rozzo, violento, incestuoso stupratore ed assassino. Inevitabilmente percepiamo quanto sia stata controversa la sua figura, quanto lo siano i suoi stessi disegni e quanto lo sia stato il processo d’appello che lo vide accusato di essere il “Mostro di Firenze”.
Il fascino del male
D’altronde, la storia dell’arte ha da sempre fatto germogliare dibatti e controversie. Questo “grand discutere” ha riempito d’inchiostro chilometri di trattati e saggi, popolato musei e mostre ed ha efficientemente “armato” la mano (generalmente pesante) della critica. Lo ha fatto anche quando l’arte veniva espressa da veri e propri criminali o da maestri in contesti criminali. I famigerati acquerelli a firma A.Hitler o gli iquietanti clown raffigurati dal serial Killer John Wayne Gacy, paradossalmente fanno lo stesso identico percorso dell’arte espressa dai maestri. Vengono dunque criticati, esposti e venduti tanto quanto l’arte prodotta dagli artisti più “ortodossi”. D’altro canto, ci sono casi dove la letteratura artistica volutamente, per rendere il tutto più avvincente (ce ne fosse bisogno! n.d.r.), cerca di appioppare caratteristiche criminali ai maestri più affermati senza mai contestualizzare il ricorso alla violenza con la loro epoca. Celeberrimo il caso di Caravaggio. In un mondo di intrighi, duelli e pugnali, un soggetto come lui capace di percepire il mondo con un’altra e più alta sensibilità non doveva di certo andare d’accordo con molte persone. Tutto ciò è provato dalla folta lista di protettori eccellenti dell’artista. Ma è altrettanto vero che XVII° secolo in Italia si circolava con il pugnale nella cintura e tante fattispecie che noi giustamente oggi reputiamo violente o criminose, erano all’ordine del giorno.
Dicasi altrettanto di Benvenuto Cellini, anch’egli assiduo frequentatore di zuffe ma anche valoroso difensore di Roma dai Lanzichenecchi, o per restare più vicini ai nostri tempi, di quanto sangue abbiano fatto versare nella prima guerra mondiale (compreso il loro) i futuristi di Boccioni. Tutti criminali?!
Le tematiche trattate nei suoi disegni
Tornando ai disegni di Pietro Pacciani, la loro natura di prova documentale, come è già stato detto, nata e sviluppata nell’ambito carcerario ha prodotto risultati controversi anche nelle fasi processuali. Attraverso la didascalica raffigurazione del suo ideale di gerarchia sociale, il contadino di Mercatale rappresenta immaginifici dialoghi tra i protagonisti della vita in campagna, quelli della tradizione cristiana e quelli dedotti dalle sue travagliate vicende processuali. Indirettamente raccontano quello che si configurò come uno dei casi di cronaca nera più celebri del XX° secolo, ma soprattutto il frenetico tentativo che venne messo in atto per scovare il mostro e darlo in pasto ad una sempre più famelica opinione pubblica. E’ un racconto impasticciato ed intriso del vittimismo dell’autore, ma descrive nitidamente la pancia del paese in quegli anni.
Le gaffe del quadro Olivares
D’altronde, di sviste gli inquirenti ne hanno prese tante nell’indagare Pacciani. Una su tutte fu quando al contadino di Mercatale venne attribuita la paternità di un dipinto che doveva essere la prova della sua depravazione.
Il problema è che in realtà, a detta del Pubblico Ministero Canessa quel “materiale straordinariamente interessante” era opera del pittore cileno Christian Olivares e non di Pietro Pacciani.
Un macabro feticcio
L’attenzione verso i disegni di Pietro Pacciani è inevitabilmente
dirottata spesso anche verso un ineresse propriamente definibile come feticista. Il fumettista Alvaro Ortiz recentemente ha pubblicato un racconto dove conia un neologismo che spiega bene il fenomeno: la memorabilia legata al crimine violento diviene murderabilia, una macabra forma di collezionismo.
Molte persone sono così affascinate da questi famigerati predatori che sono disposti ad acquistare manufatti personali, omaggi e opere d’arte originali degli assassini. Esistono diversi siti Internet dedicati a questo. Uno dei più popolari è senz’altro MurderAuction.com. I collezionisti possono acquistare gli oggetti che spaziano da quelli personali come lettere, opere d’arte e abbigliamento a manufatti come action figure, figurine e fumetti.
Questa mostra non s’ha da fare!
Ma ci fu anche un interesse espositivo che spingeva verso la realizzazione di una mostra. Infatti, esattamente 25 anni fa il 30 novembre 1996, si sarebbe dovuta tenere la prima personale mostra dei disegni di Pietro Pacciani in Pontedera. Le forti pressioni ricevute da più fronti, pochi giorni prima dell’evento, fecero desistere il contadino di Mercatale nella realizzazione della sua prima personale, che si svolgerà a Venezia soltanto nel 2019. Il 20 settembre 2019, con il titolo di “One solo show” vanno quindi in mostra undici tavole originali su dodici e viene predisposta la vendita delle loro relative stampe.
Un nome troppo scomodo
Su sua iniziativa l’organizzazione della galleria veneziana, in accordo con la Falco Investigazioni, decise di predisporre i proventi della vendita delle stampe a favore
dell’ospedale pediatrico Meyer, il quale per suo conto, tramite il suo ufficio stampa rifiutò di partecipare all’iniziativa.
Link per acquistarle
Oggi le stampe, ricatalogate, (acquistabili in lotto) verranno nuovamente rese disponibili sul mercato assieme a nuovi inediti documenti d’archivio a corredo.
Le stampe sono derivate dalla Collezione privata Cannella formata da 12 disegni originali, donati da Pietro Pacciani nel 1996 a Davide Cannella dir. della Falco Investigazioni, come ricompensa del lavoro svolto nel pool difensivo.
Chi fosse interessato può seguire il seguente link per acquistarle.
https://www.falcoinvest.it/prodotto/stampe-pietro-pacciani/
27 novembre 2021