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Il caso Circe torna in tv, Davide Cannella scrive alla rai

Errori sull’ora della morte dello Jacopi

Il Sangue,una porta e le melanzane danno torto al pm . Tre prove della Falco smontano il teorema dell’accusa, basato solo su indizi: La Circe della Versilia non ha uccisio il marito.

Il Tirreno

FORTE DEI MARMI – 10/5/2006. La vicenda dell’omicidio Jacopi e dell’arresto della Circe, Maria Luigia Redoli e del suo amante torna alla ribalta della Tv nazionale. Sabato sera su Raitre infatti Franca Leosini, conduttrice del programma “Ombre sul giallo” torna ad occuparsese con una serie di nuovi elementi. E’ il racconto di quell’episodio che sconvolse la Versilia e non solo – sarà intervallato da una serie di inserti filmati che una troupe ha realizzato nelle settimane scorse tra Viareggio e Forte.

Proprio in previsione di questa trasmissione il direttore della Falco Investigazioni di Lucca, Davide Cannella, ha scritto alla conduttrice per metterla al corrente di alcuni particolari emersi nel corso di undici anni di indagini. “Le posso confermare – scrive Cannella alla Leosini – che il delitto di Luciano Jacopi e’ certamente avvenuto intorno alle 0,15 del 17 luglio 1989 e non alle 21, 45 del giorno precedente come indicato nella perizia medico legale del Prof. Domenici che ebbe ad esordire nella circostanza scrivendo: “La determinazione dell’epoca di morte piu’ che una scienza e’ un arte”. Quest’ultima affermazione mi indusse una serie di riflessioni e ragionamenti che mi portarono verso un modo diverso di osservare l’epoca della morte di un uomo. Morte che non poteva essere stabilita soltanto osservando il rigor mortis, la migrazione delle macchie ipostatiche, e dal contenuto gastrico eccetera di un cadavere, Doveva pur esserci un altro modo per accertare in maniera leggermente più precisa la cosa. Dopo una lunga ed attenta osservazione delle foto del cadavere dello Jacopi, prosegue l’investigatore lucchese – mi convincevo che il sange sul quale poggiava il viso risultava troppo fluido e trasparente al punto tale, da comportarsi quasi come uno specchio. La cosa stonava enormemente con l’orario nel quale sarebbe stato ucciso lo Jacopi. Il cadavere e’ stato trovato intorno alle 2,15, I carabinieri sono arrivati nel luogo del delitto intorno alle 2,30/2,40: se e’ vero che il delitto e’ avvenuto (in base alle accuse) intorno alle ore 21,15 del giorno prima, il sangue sul quale poggiava il viso dello Jacopi doveva essere opaco e gia’ coagulato.Come mai guardando le foto del cadavere era ben visibile riflesso sul suo sangue, nonostante fossero passate ben 7 ore e mezza dalla sua uccisione? A queste mie osservazioni cercavo di dare una sorta di riscontro pseudo scientifica. Riscontro effettuato con un esperimento sulla coagulazione ematica che ha dato esiti ben diversi. Dopo appena 5 o 6 ore il sangue sparso in una superficie piana all’aria aperta e alla temperatura di circa 20 gradi si annerisce e si presenta con ampi coaguli tali da non far riflettere niente. Se consideriamo poi che la notte del 17 luglio a Forte dei marmi vi era una temperatura esterna di circa 30 gradi, la coagulazione doveva necessariamente essere avvenuta in tempi assai piu’ brevi. Questa mia precisazione ha lo scopo di collocare in modo preciso e temporalmente corretto eventuali paternità che appartengono solamente al sottoscritto. Tecniche tanatologiche che non risultano contemplate (in base alle mie conoscenze) in letteratura medica. All’epoca dei fatti – si conclude la lettera di Cannella alla conduttrice del programma Rai – Informai di tutto questo sia la signora Maria Luigia Redoli l’avvocato Rosario Bevacqua.

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Fonte: http://ricerca.gelocal.it/iltirreno/archivio/iltirreno/2006/05/10/LV5LV_LV505.html