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Un testimone di nome Calliphora. La tanatologia nel metodo scientifico

In quest’ ultimo periodo mi sono trovato ad assistere, mio malgrado, a cose incredibili. Pseudo Sherlock Holmes in pantaloncini corti e in gonnella, che da qualche tempo a questa parte vanno in giro a fare domande a questo e a quello con l’unico scopo di cercare riscontri a fantasiosissime teorie. Asserendo di voler portare acqua al mulino della verita’, dicono e scrivono cose che neppure loro credono veramente. Ermetici come casseforti; indecifrabili come geroglifici, pronti a lanciare messaggi criptici in tutte le direzioni che nessuno riuscira’ mai a capire. Il trucco come al solito, e’ sempre lo stesso. Basta dire tutto e il contrario di tutto per potersi “accaparrare” il primato di aver saputo in anticipo verita’ che potrebbero diventare tali solo, dal punto di vista mediatico, (nel senso di media— televisioni radio e giornali ). Ricordo quello che mi diceva un certo Pietro da Mercatale :” Gli’e’ tutta una Babilonia— E’ tutto un Maniomio…..Non ci si apisce più niente” Come dargli torto !

Come e’ noto, il caldo eccessivo può dare alla testa, soprattutto ai soggetti a rischio. Per questo mi associo alla “colorita” iniziativa del Ministro della Sanità Prof. Sirchia, quella cioe’, di portare nei supermercati a rinfrescarsi chi soffre di eccessive “vampate” . Con il fresco e l’aria condizionata, si ragiona meglio, si dicono e si scrivono meno fesserie, non vi pare ? A proposito….Lupus in fabula !

Qualche tempo fa una giovanissima e improvvisata detective in gonnella, dopo aver letto una lunga intervista da me rilasciata al settimanale Oggi, mi chiese se era possibile stabilire l’epoca della morte di un uomo semplicemente osservando gli insetti che colonizzano un cadavere di un uomo. Nello specifico, mi chiese, se la mosca carnaria, avrebbe potuto fornire queste indicazioni anche, in considerazione di eventuali variazioni climatiche e ambientali. La mia risposta non poteva che essere affermativa, riferendole inoltre, che le variazioni ambientali e climatiche, interferiscono relativamente su i suoi tempi riproduttivi

Vediamo nel dettaglio quanto detto e il perche’ della sua importanza.

La prima cosa che deve fare un investigatore davanti alla scena di un delitto e’ quella di farsi delle domande precise e darsi delle risposte altrettanto precise. La prima di queste deve essere : Come e’ avvenuto il delitto, o meglio cosa lo ha determinato ? In quale ora e giorno e’ avvenuto? Movente ed alibi degli eventuali sospettati .

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Per quanto riguarda la risposta alla prima domanda, nella maggior parte dei casi, la si puo’ avere immediatamente. Basta osservare esternamente il cadavere per avere un resoconto, in linea di massima, abbastanza preciso.

Per poter dare una risposta alla seconda domanda si richiederebbe la pofonda conoscenza dei tarocchi e della sfera di cristallo. Ricordo il modo come esordi’ un notissimo medico legale durante l’esame autoptico del cadavere di un uomo assassinato a Forte dei Marmi nel 1989 con ben 22 coltellate quando disse: “Stabilire l’ora della morte di un uomo, piu’ che una scienza e’ un arte” ! La frase la dice lunga non vi pare ?

La moderna tanatologia forense nonostante i molteplici parametri e fattori intrinseci ed estrinseci al cadavere, e proprio a causa del’intervento di cosi’ svariati e numerosi fattori, consente di esprimere un parere circa l’epoca della morte che non puo’ avere valore apodittico ne’ di assoluta precisione e che anzi, pur nella corretta considerazione di tutti gli elementi a disposizione, errori i difetto o in eccesso, sono sempre possibili tanto maggiore e’ il tempo trascorso dal momento presuntivo della morte e quello dell’esame del cadavere. Non deve sorprendere il giudizio di eminenti studiosi come Palmieri e Zangani che giudicano gli accertamenti clinici puramente orientativi e non esaustivi. Vediamo nel dettaglio il perche’ dell’importanza di avere una data certa in presenza di un delitto: Conoscere l’ora esatta consente di sviluppare le indagini in un arco temporale preciso. La sua determinazione e’ indispensabile al fine di non commettere gravi errori investigativi con conseguenze catastrofiche. I metodi che vengono usati da sempre, non offrono alcuna garanzia e si limitano ad alcune osservazioni pseudo-oggettive. Le prime osservazioni, che il medico legale compie, sono da riferirsi quelle relative al “rigor-mortis”. La seconda e’ quella relativa alla misurazione della temperatura corporea, mentre la terza e’ relativa all’osservazione della migrazione delle macchie ipostatiche. La rigidita’ cadaverica varia a seconda della struttura fisica del defunto. Una persona robusta con una massa adiposa importante viene a essere interessato dalla sua rigidita’ cadaverica in tempi molto diversi rispetto ad un soggetto più piccolo e gracile. Stessa cosa vale per la temperatura corporea e per la migrazione delle macchie ipostatiche, specialmente in presenza di forti emorragie esterne. L’unica osservazione abbastanza precisa , ripeto (abbastanza), e’ quella relativa all’same, del contenuto gastrico del defunto. L’esame del contenuto dello stomaco puo’ darci con una certa precisione l’indicazione, che la morte del soggetto, non puo’ essere avvenuta prima ” X ” ore del suo ultimo pasto.

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In ipotesi:

Supponendo che il Sig. Rossi ha cenato per l’ultima volta, alle ore 18,00 ed avendo rinvenuto il suo cadavere alle ore 24,00 , ed avendo rinvenuto il suo stomaco vuoto, possiamo ritenere con una buona approssimazione, che il suo assassinio dovrebbe essere avvenuto quasi certamente intorno alle ore 22,00. Come e’ noto la digestione umana non supera o non dovrebbe superare mai le 3 o 4 ore di tempo, sempre che, il soggetto in questione non assuma particolari medicine, che non presenti malattie importanti dello stomaco . In questo caso la questione si complica . Si e’ riscontrata, in alcuni casi, la presenza di residui alimentari anche dopo 7/8 dal loro ultimo pasto. Nella moderna tanatologia, da qualche tempo a questa parte , si e’ affacciata una nuova disciplina scientifica, che puo’ aiutare molto nel dipanare queste inesattezze. L’ entomologia pùò certamente dare un contributo importantissimo. Lo studio degli insetti e nel modo particolare, di tutti quelli che per primi vanno a colonizzare i cadaveri e il loro studio evolutivo, ci può consentire di avere una precisione migliore, circa l’epoca della morte di un uomo. Si osservi l’attentissimo e poderoso studio dei Prof. Introna e Altamura relativo al ciclo vitale della Calliphora vomitaria e vicina. Come si evince dalla lettura della tabella allegata, i ditteri cadaverici che colonizzano i cadaveri si comportano con modalità precise, ma con la presenza alternata e in tempi diversi di vari insetti. I calliphoridi sono ditteri cadaverici più attivi e sono i primi ad insediarsi sul cadavere gia’ poche ore dopo la morte, deponendo un gran numero di uova nei siti saniosi, come ferite aperte palpebre e narici. La deposizione delle uova avviene sempre e immancabilmente di giorno e in genere all’alba e mai di notte. Neppure quando piove o tira vento. Le uova si schiudono in un tempo variabile tra le 18 e le 24 ore ad una temperatura intorno ai 27 gradi centigradi. Dopo la schiusa ha inizio in intensa attivita’ spoliatrice da parte delle minuscole larve al 1° stadio di sviluppo piccole 1 – 2 mm, che con i loro enzimi litici necronizzano i tessuti su cui agiscono accelerando il processo putrefattivo del cadavere che li ospita. Fra i ditteri cadaverici si annoverano oltre ai Calliphoridi altri insetti appartenenti alla famiglia dei Sarcofagidi (grossi mosconi neri), si tratta pero’ di insetti meno frequenti che agiscono comunque in seconda battuta.

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In fine per ultimi arrivano i Dermestidi (coleotteri) . Come detto, la Calliphora , e tra le prime a “occupare” il cadavere di un uomo e dalla sua osservazione si puo’ accertare con estrema precisione la data della sua morte. Nel caso di incipiente insorgenza di lave di (Calliphora) possiamo ritenere pacifico che, morte e’ avvenuta 36 ore prima della loro comparsa in quella sede. Con il dato ottenuto potrò mirare le mie indagini,in direzioni più precise e su tutte quelle persone che si trovavano nella zona del delitto intorno alle 36/38 ore. Mi consentirà inoltre, di escludere dalle stesse, tutte quelle persone che si trovavano nella zona 24/26 ore prima che il delitto venisse scoperto, evitando così l’incriminazione di persone sicuramenti innocenti. Spero di aver dato un mio modesto contributo a tutti gli appassionati della materia investigativa che leggono il mio sito.

I.P. Davide Cannella